Finiture

Colori, Smalti, Trattamenti protettivi e Pitture

I prodotti naturali per la verniciatura e la pittura, per la propria costituzione, hanno un effetto equilibrante (ad es. mantengono la traspirazione della superficie trattata, evitano l’accumolo di cariche elettrostatiche e regolano l’umidità).
Il loro aspetto è estremamente piacevole e vivo. Inoltre la manutenzione è minima e semplice. Le resine naturali, adoperate per il trattamento del legno, del metallo, del cotto o della pietra, sono aderenti, elastiche ed emanano un gradevole odore. Anche per le pitture, come per gli smalti, impregnanti ecc. vengono utilizzati i componenti più facilmente disponibili in natura, senza rotture di ecosistemi, usati sia dagli antichi Greci e Romani come dai pittori del rinascimento italiano. Non fanno pellicola, col tempo si invecchiano “nobilmente” senza spellarsi. L’uso di questi prodotti per proteggere e colorare, non solo sono importanti per la qualità dei materiali utilizzati, vale a dire grande durata nel tempo delle superfici trattate e salubrità nel nostro habitat, ma significa anche un particolare rispetto ecologico, dato che le materie prime usate ed i procedimenti di fabbricazione, non comportano inquinamento per l’ambiente.

Le sempre presenti sostanze dannose

Il polivinilcloruro (PVC) è cancerogeno e teratogeno (può indurre aborti e malformazioni nel feto) nel caso in cui, degradato, rilasci il monomero. Viene utilizzato in edilizia (oltre che in numerosi altri settori) per produrre alcuni tipi di cavi, isolanti, guaine e pavimenti. Anche il polistirene (o polistirolo) che di per sé non è tossico può diventarlo nel caso di rilascio del monomero. Il polistirene è usato tra l’altro come isolante (nonché talvolta per bicchierini usa e getta del caffè). Composti aromatici come il toluene e gli xileni, comunemente usati come solventi, sono “in sospetto” di cancerogenicità. Alcuni adesivi sintetici (adoperati ad esempio su legno) contengono composti a basso peso molecolare che, degradati, tendono a diventare volatili risultando dannosi per l’uomo (possono essere respirati) e inquinanti per l’ambiente. Stessa cosa si può dire di certi plastificanti (gli ftalati) che si trovano in vari manufatti: dall’interno delle automobili ai giochi per bambini. Inoltre per taluni interventi di recupero e restauro vengono usati prodotti che contengono metalli pesanti che sappiamo essere dannosi.

Ricordiamo che l’edilizia del passato recente, operando all’insegna della “velocità” di realizzazione e dell’ “economicità”, spesso con poca attenzione alle conseguenze indirette del lavoro svolto, ha introdotto nelle nostre case materiali che, oltre a non tutelare la salute di chi vi vive, non danno neppure prestazioni soddisfacenti su lunghi periodi (si alterano con facilità perdendo le caratteristiche fisiche e meccaniche iniziali: elasticità, durezza, trasparenza, ecc.).

Oggi la cosiddetta “vernice all’acqua” è diventata sinonimo di prodotto “Sano” o “Ecologico”. Infatti lo dice la parola “all’acqua”! Tuttavia pochi sanno cosa queste vernici contengono oltre all’acqua.
Come fa l’acqua ad avere proprietà vernicianti?

Ad essere “corretti” cioè ad usare le parole per quello che devono significare, quelle che erroneamente sono chiamate vernici all’acqua sono le “vernici acriliche”. Cioè vernici in cui il cuore del prodotto, ciò che si chiama “legante” o “colla” è la resina acrilica (l’acrilstirolo-copolimerizzato, di origine petrolio derivata).

La caratteristica della resina acrilica è quella di essere in qualche modo emulsionabile in acqua. Tanto per avere un’idea il vecchio Plexiglass ha una composizione simile alla resina delle vernici acriliche.
Ma allora cosa c’è in una vernice acrilica e perché mai alcune di queste vernici, con beneplacito della comunità europea, vengono bollate con l’ecolabel e possono chiamarsi ecologiche, mentre una vernice fatta con il buon vecchio “olio di lino” no?

Perché il nostro simil plexiglass, possa essere utilizzato in forma fluida ed applicato ad esempio sul nostro bel tavolo di legno per proteggerlo ed abbellirlo, non è ovviamente sufficiente aggiungere un po’ d’acqua. Occorrono dei co-solventi, degli emulsionanti, dei reticolanti. Ma non solo il nostro simil plexiglass per essere più compatibile con il nostro bel legno deve potersi attaccare bene, così servono delle sostanze bagnanti. Non può mancare neppure del conservante (il più economico e pratico è la formaldeide).

Da una ricerca condotta in Italia da BioediliziaItalia, in Danimarca da Arbetsmiliøfondets forsknings rapporter, in Germania da H. Fischer (Chimica Pulita, Ed. Tecniche Nuove) risulta che i più usati additivi e cosolventi delle vernici acriliche sono:

Co solventi: Isoparaffine e ragie minerali o benzine.
Sono solventi petroliferi ( e quindi COV) che sono permessi nei “prodotti a base acqua” così recita la legge 161, fino a 150 gr/litro. Contribuiscono all’effetto serra in virtù del contenuto CO2 equivalente poiché di origine petrolifera. Le ragie minerali e le benzine, meno pregiati delle isoparaffine, contengono sostanze aromatiche.
Disperdenti: sono tensioattivi di varia natura
Antischiuma: sono generalmente prodotti siliconici o poliglicoli.
Emulsionanti: esteri amminici, etil ammine, ammoniaca.
Conservanti: tra i più diffusi: formaldeide, isotiazolinone.
Reticolanti: Etil urea, isocianati.
Coloranti: oltre agli ossidi di ferro e coloranti comuni troviamo anche Blu a base di cobalto, ftalati, coloranti azoici.

Gran parte di questi componenti non provengono da fonti rinnovabili ma dal petrolio. Spesso come la formaldeide e le ragie minerali hanno una potenziale tossicità per l’organismo umano e per l’ambiente. Oltre a ciò la stessa resina acrilica (l’acrilstirolo copolimerizzato) contiene parti del monomero ( es. acido metacrilico) da cui è stata sintetizzata.

Ma la storia non finisce qui; se vengono utilizzate etil-ammine per emulsionare la resina con l’acqua e questa contiene nitriti (ormai presenti in molte acqua potabili) si formano velocemente le “Nitrosammine” sostanze estremamente cancerogene.
Se ci chiediamo perché la comunità europea consente di etichettare vernici acriliche, che abbiano ottenuto il marchio Ecolabel, come “Ecologiche” è un mistero, poiché come vediamo non è sufficiente che in un prodotto si riduca una parte dei solventi utilizzati con acqua per definirlo sano od ecologico.

Oggi si arriva all’assurdo in cui si associano questi prodotti alla Bioedilizia, la quale alla sua base mette l’utilizzo consapevole dei materiali da costruzione e da finitura. Secondo la Bioedilizia è fondamentale usare sostanze naturali sane, provenienti da fonti rinnovabili per garantire non solo il rispetto ambientale ma il massimo comfort abitativo. E’ consuetudine in questo contesto che i produttori forniscano con i loro prodotti una dichiarazione completa dei componenti. Questo è un atto di trasparenza e presa di responsabilità, che vale più di ogni certificazione commerciale.
La considerazione più sconsolante è che i politici europei sono molto ignoranti e chi fa le leggi al posto loro?
Sappiamo da ricerche condotte negli usa, ma anche in italia dal cnr, e dalla regione toscana nelle scuole locali che l’inquinamento indoor è superiore in media di 6-8 volte a quello esterno delle nostre città, proprio a causa di vernici, colle, detergenti, indumenti.

Forse se invece di consentire un uso non appropriato ed ingannevole delle parole, si obbligassero i produttori a dichiarare INTEGRALMENTE i componenti di pitture, colle, vernici, detergenti , cementi ed altri prodotti che entrano stabilmente a convivere con noi nelle nostre case, ci sarebbero un po’ di consapevolezza e benessere in più.
M. Susini

206-09 – PROGETTO INDOOR: UNO STUDIO SUL COMFORT E SUGLI INQUINANTI FISICI E CHIMICI NELLE SCUOLE TOSCANE
I risultati di un progetto promosso dalla Regione Toscana che ha coinvolto tutte le Aziende Sanitarie Locali della regione.
www.arpat.toscana.it/arpatnews/2009/206-09-progetto-indoor

LINEA DIDATTICA PER LE SCUOLE

La Linea Didattica è pensata per chi vuole prendersi cura dell’ambiente e della salute dei nostri figli, che hanno diritto a crescere in armonia, aiutandoci a costuire un mondo più vivo e colorato!
I nuovi prodotti della Linea Didattica sono realizzati con latte in polvere e pigmenti ricavati da fiori tintori secchi. Oltre a presentarsi come completamente innocui anche per i più piccoli, offrono l’occasione di un nuovo incontro spontaneo tra arte e natura. I pigmenti vegetali e i leganti di origine naturale, infatti, si inseriscono all’interno di una tradizione artistica secolare e riescono a dare pieno risalto alle sfumature e alla vivacità di tonalità non riproducibili con i colori acrilici, di origine petrolchimica.

Tempera naturale in polvere, il cui potere colorante è dato principalmente da estratti vegetali. Adatta anche ai bimbi più piccoli, che tendono ancora a portare tutto alla bocca. Si può usare col pennello, o con le dita per ottenere sfumature più belle.
Preparazione: Inserire un cucchiaio e mezzo di acqua direttamente nelle speciali bustine, richiudere ed agitare. La tempera naturale al 100% è pronta. È preferibile preparare il colore mezz’ora prima dell’utilizzo, in modo che esso risulti più facilmente utilizzabile.

Disponibile nella nuova confezione di 7 colori, 10 gr. ognuno:

Blu indaco, Giallo Reseda, Rosso robbia, Verde clorofilla, Marrone mallo di noce, Nero carbone e Bianco titanio.

Il Biocolore, è l’unica tempera in polvere con soli ingredienti alimentari, nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dell’utilizzatore.

INGREDIENTI : pigmento, latte, albume d’uovo, carbossimetilcellulosa, borace alimentare, allume di rocca, sorbato di potassio, grassi animali e vegetali, carbonati di calcio.

Biocolore è composto da soli ingredienti naturali di origine alimentare, ma non è da mangiare…

I pigmenti del BIOCOLORE:
GIALLO di Reseda (le sommità fiorite in infuso sono usate come diuretico e sudorifero) e di Cartamo (coltivato in molti luoghi caldi per estrarre dalle corolle la cartamina che è un colorante usato anche in cucina).
ROSSO di Robbia (Rubia tinctorium). La radice della robbia domestica è diuretica ed anti-infiammatoria. Utilizzata per cistiti, contro i reumatismi, costipazione, facilita il parto e sopratutto è usata in erboristeria per la preparazione di tinte per capelli e tintoria in generale.

BLU di Indaco, un colorante di origine vegetale, già noto in Asia 4.000 anni fa. Con il passare del tempo tende ad assumere una colorazione azzurro brillante. Si ricava dalla fermentazione delle foglie di Indigofera tinctoria.
MARRONE di Mallo di noce. Già utilizzato per fare liquori, tingere le pelli, o come olio protettivo.
BIANCO di Carbonato di calcio (E 170) una sostanza minerale molto diffusa, colorante superficiale, agente addensante, agente lubrificante e di Biossido di titanio (E171), ottenuto dalla ilmenite.
NERO di Carbone (E153) medicinale vegetale (di origine naturale, dalla combustione dei vegetali).
VERDE di Clorofille e clorofilline (E140). Si estraggono dalle ortiche e dall’erba medica.

CARTELLA COLORI COMPLETA IN .PDF

CARTELLA COLORI LEGNO .PDF